Domani faro' un intervento sul pensiero di Ferdinand
Tönnies presso l'Universita' dove lavoro. Non sono un sociologo, ma la lettura
del piu' celebre libro di Tönnies, Comunita' e Societa', mi ha sollecitato
alcuni interrogativi che condivido.
Brevemente: la comunita' viene intesa come quel luogo dove i rapporti sociali emergono in seno alla famiglia
per estendersi poi ai rapporti di vicinato e di amicizia; tali rapporti si
basano sull'interazione personale improntata a principi di intimità,
condivisione di linguaggi, significati, abitudini, spazi, ricordi ed esperienze
comuni. Nella società, invece, i
rapporti tendono ad improntarsi al modello dei rapporti di scambio di mercato,
ad essere impersonali e formali.
La questione chiaramente non e’ chiedersi se sia meglio la
comunita’ o la societa’, in quanto, anche in Tönnies, comunita’ e societa’ sono
due categorie concettuali in cui leggere l’evoluzione verso la modernita’, ma
che convivono nei rapporti sociali. Il punto piu’ potente del pensiero di Tönnies
applicato ad oggi e’ quindi come e quanto i valori comunitari sono ancora
eticamente rilevanti per farsi problema politico nella societa’ moderna.
In altri termini e semplificando (e questo e' un mio pensiero): ben venga piu’ societa’ e
meno comunita’ se questo serve a far uscire zone e aree dal familismo
amorale e dal metodo mafioso, ma ben venga anche una riscoperta di alcuni
valori comunitari nelle societa’ dove l’individualismo e l’indifferenza regnano
come risultato di un’asseufazione a strutture sociali che da mezzo si sono
fatte fine.
Occorre inoltre interrogarsi su come la rete stia modificando
la comunita’ e la societa’ ed in che modo, od oppure ancora se la rete sia una nuova categoria concettuale in cui leggere i rapporti sociali (tesi che sostengo). Ne parleremo in un altro post, ma ben vengano i vostri commenti e/o contributi su questo tema.
Complimenti !
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